Bartolo Longo: il beato cittadino di Latiano fondatore del Santuario di Pompei
La fama del Santuario della Madonna di Pompei è acclarata in ogni angolo del mondo, in molti però ne ignorano le origini del suo fondatore, “adottato” dalla Campania per quello che è stato il suo operato.
Parleremo qui di uno dei figli illustri della Puglia, di Terra d’Otranto, il Beato Bartolo Longo. È lui di sicuro la personalità più importante di Latiano.
Quando nasceva Bartolo Longo, sul finire della prima metà del XIX secolo, il centro salentino contava circa 4mila abitanti e viveva di agricoltura; la popolazione era molto legata al convento dei Padri Domenicani, anche se il centro della loro vita religiosa era la Chiesa Matrice di S.Maria della Neve, mentre la Patrona del paese era Santa Margherita, seppure i latianesi erano anche molto devoti alla Vergine di Cotrino, venerata nel santuario al di fuori del centro urbano. Era questo il clima sociale e religioso in cui vivevano i Longo, un cognome molto radicato in Terra d’Otranto e molto rispettato, le cui fortune erano iniziate con Angelo Longo, nonno del futuro Beato.
A sei anni, come era consuetudine nelle famiglie benestanti, Bartolo è mandato a studiare prima dai Padri Scolopi a Francavilla Fontana, presso il “Real Collegio Ferdinandeo”, e poi a Brindisi. Nella seconda metà del 1862 sarà quindi a Napoli per studiare Giurisprudenza, laureandosi a soli 23 anni. Nella città partenopea aderisce alla corrente anticlericale degli ambienti accademici del tempo, fino ad avvicinarsi a un movimento spiritista di tipo satanico, del quale sarà prima “medium” e poi perfino un “sacerdote satanista” per circa un anno e mezzo. Ne seguirà una profonda crisi, una vera depressione psichica e fisica, anni bui ai quali però riuscirà a reagire, grazie anche alla ritrovata fede e al supporto spirituale del Domenicano Padre Alberto Radente. Per un breve periodo farà ritorno nella sua terra d’origine, esercitando la professione di avvocato, ma tornerà di nuovo a Napoli, dove, nel cenacolo di spiritualità di Santa Caterina Volpicelli, conoscerà la contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco. Per la nobildonna, si occuperà dell’amministrazione dei beni e della questione dei coloni di Valle di Pompei. È per adempiere a questo incarico che Bartolo Longo arriverà nella località vesuviana e passeggiando in quelle contrade di campagna sarà investito da quella esperienza spirituale che avvierà la sua “missione” di impegno religioso e profonda carità culminante nella costruzione del Santuario dedicato alla Vergine di Pompei.
Seppure la sua missione lo avesse portato altrove, il Beato rimase sempre molto legato alla sua terra nativa. Tornava, infatti, molto spesso a Latiano risiedendo nella casa in cui era nato il 10 febbraio 1841. La casa, un palazzo in via S. Margherita di fronte alla Torre del Solise e a poche decine di metri dall’ex Convento dei Domenicani, è in stile neoclassico e fu fatta costruire verso la fine del ‘700 dal nonno, Angelo Longo, gestore delle terre del marchese di Latiano Vincenzo Maria Imperiali. All’interno del piano superiore All’interno della casa, al piano superiore, sono conservati la camera da letto, un arazzo in tela della Madonna di Pompei e diversi altri oggetti appartenuti al Beato. Si può ammirare anche una tela di pregio, realizzata dal ritrattista personale di Bartolo Longo, Alfonso Girosi, pittore napoletano. La tela raffigura il padre spirituale del Beato: Padre Radente. La tela è di particolare pregio, non solo per la fattura, ma perché è l’unica immagine di padre Radente in abito monacale.
L’abate, infatti, morì poco tempo prima che la chiesa ed il convento di Napoli venissero restituiti ai Padri Domenicani dopo la legge di soppressione religiosa.
Inoltre nel complesso della casa, a piano terra, è possibile visitare ancora l’antico frantoio. Un posto
magico, in cui ancora si respira l’odore dell’olio, del sudore degli operai e non solo. All’interno
dell’ambiente con volte a stelle e il pavimento di pietra, ritroviamo la macina nella sua interezza, le basi delle presse e le cisterne di decantazione. Sembra quasi di vivere nell’800.
Per scoprire di più sulla figura di Bartolo Longo, sul palazzo della sua famiglia e altri dettagli sulla storia del borgo di Latiano, seguite gli itinerari di The Monuments People. “Latiano dimenticata” è uno dei percorsi della rassegna “Borghi d’autunno – Tour in un Salento inedito”.
Federica Gatti
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