Brindisi. Due Castelli per una Città
Fin dalla sua fondazione, in epoca messapica, Brindisi fu dotata di un impianto difensivo.
Resti delle mura messapiche si riscontrano nella zona compresa tra Corte Capozziello e Via Camassa, su di una collinetta che si erge sul Seno di Ponente.
Quest’opera difensiva fu certamente riutilizzata e maggiormente rafforzata in epoca romana durante la quale la città svolse un ruolo centrale a livello politico, commerciale e militare.
Per ciò che concerne l’Alto Medioevo non abbiamo notizie certe che riguardano le fortificazioni di Brindisi. È con la conquista normanna del territorio che si darà inizio a un piano di ricostruzione e rifortificazione della città. Molto probabilmente è con i Normanni che si darà avvio alla realizzazione del primo nucleo del Castello Svevo o cosiddetto di “Terra”.
Ci sono diverse ipotesi sulla fondazione di questo primo castello:
- L’impianto svevo si è sviluppato su di una fortificazione normanna preesistente;
- Il primo nucleo del castello potrebbe risalire ad epoca bizantina;
- Il castello fu costruito ex novo da Federico II di Svevia.
Il Castello di “Terra” sorge nel porto interno della città, su di un’altura della sponda sud, affacciandosi sul Seno di Ponente. L’esistenza della struttura difensiva, in questa posizione esatta, significava avere il controllo delle due principali vie di comunicazione: la Traiana da nord e l’Appia da ovest. Si riconoscono due costruzioni differenti: il nucleo, cosiddetto “svevo”, e l’antemurale aragonese con pianta trapezoidale. Il nucleo svevo è un impianto difensivo quadrangolare con torri angolari e intermedie rispondenti ai canoni dell’architettura fortificata del XIII secolo: sviluppo in altezza delle murature piuttosto che in spessore; questo perché in quel periodo l’attacco e la difesa avvenivano esclusivamente dall’alto (piombante) in quanto le armi erano da getto (arco e frecce, catapulte, balestre). La cinta muraria era circondata da fossati per impedire l’avvicinamento del nemico.
L’intero maniero è stato costruito con il carparo, pietra arenaria di colore dorato: si riconoscono blocchi tagliati e squadrati disposti in file orizzontali. Le torri angolari che si rivolgono verso ponente sono di pianta circolare, mentre quelle che guardano a levante hanno pianta quadrangolare. Il mastio presenta ambienti di manovra per la difesa dell’ingresso del castello. Su questa torre, la più alta, si riscontra la presenza di segni incisi sulla pietra: essi sono i cosiddetti marchi di cava apposti con funzione di controllo della contabilità, della produzione quantitativa e qualitativa dei materiali. Singolare caratteristica del castello è la torre pentagonale che si addossa alla cortina di levante: è una torre largamente utilizzata durante il periodo svevo e probabilmente difendeva un ipotetico ingresso secondario.
Si dice che il castello fu anche dimora del sovrano, ma nel tempo fu anche sede di uffici, caserme, arsenale e prigione.
Il Castello di “Terra” subì diversi rimaneggiamenti, soprattutto in epoca aragonese, quando la minaccia turca ormai incombeva sul mondo occidentale. Su commissione di Ferdinando I d’Aragona, la struttura fu rimaneggiata con la costruzione di una nuova cinta muraria (l’antemurale), meno alta e con un profondo spessore murario rispetto alle torri di epoca medievale per sostenere l’attacco da parte di armi da fuoco. Il fossato medievale fu ricoperto da una volta a botte e all’interno furono ricavati dei locali messi a disposizione non solo dei soldati ma anche della popolazione in caso di necessità. All’interno della piazza d’armi del castello è conservata la catena angioina, che un tempo era azionata per aprire e chiudere l’ingresso al porto interno, ovvero il Canale Pigonati. Ad oggi l’antico maniero è interessato dalla presenza della Marina Militare.
Brindisi, a differenza di molte città italiane, può vantare la presenza non di un solo castello, ma ben di due!
Il Castello Alfonsino si distingue nettamente dal Castello Svevo. Esso sorge sulle acque, per questo motivo è chiamato anche Castello di “Mare”. Voluto fortemente da Ferdinando I d’Aragona per bloccare l’avanzata dei turchi che nel 1480 invasero Otranto, fu costruito dal figlio Alfonso II che fece partire i lavori nel febbraio del 1481 e che terminarono nel 1492. La prima rocca fu edificata sull’isola di S. Andrea che denota un’importante posizione strategica, in quanto si pone proprio all’imboccatura del porto e all’ingresso della città.
Nel 1558, alla prima costruzione, fu aggiunto un ulteriore avamposto militare, il cosiddetto Forte a Mare, che doveva andare a costituire una zona cuscinetto. Il Forte è un’enorme opera che cinge tutto il lato dell’isola che altrimenti sarebbe rimasto scoperto e alla mercé dei nemici.
Il Castello è dotato esternamente di due possenti bastioni angolari lanceolati uniti da un terrapieno interno che oggi è interamente costituito da una rigogliosa macchia mediterranea.
La struttura del Castello Alfonsino è caratterizzata da una pianta che segue l’andamento del terreno e si configura come poligonale; il Forte, invece, ha una pianta trapezoidale che percorre interamente l’isola di S. Andrea. Tra le due strutture vi è un suggestivo specchio d’acqua, la darsena, che funge da cerniera: separa e unisce allo stesso tempo le due costruzioni. Un tempo si accedeva al castello attraversando un arco a tutto sesto con una piccola imbarcazione che introduceva all’interno della darsena: sicuramente un’entrata ad effetto!
Le strutture, Castello e Forte, sono collegate da un ponte e da dei camminamenti: attraversandoli si può godere di un panorama a dir poco stupendo.
L’intero complesso era una vera e propria cittadella fortificata, pronta a difendere il porto e la città da eventuali attacchi da parte dei nemici: nel caso di Brindisi, gli attacchi furono sferrati non dai Turchi, bensì dai Veneziani e dai Francesi che volevano spodestare l’imperatore asburgico e avere qui uno scalo commerciale, concentrando nelle proprie mani il monopolio del porto, considerato all’epoca, uno tra i più importanti esistenti.
Il Castello Alfonsino fu costruito, come quello di “Terra”, interamente in carparo, cavato direttamente dall’isola di S. Andrea, che al tramonto riflette i raggi vermigli del sole andando a tingere di rosso l’intera struttura. Per questo motivo è denominato anche Castello Rosso! Un fenomeno ottico che i più romantici vorranno sicuramente vedere, magari in un bel pomeriggio d’estate.
Il Castello di “Mare” rientra nei Beni del demanio ed è gestito dalla Soprintendenza archeologica per le province di Brindisi e Lecce. Grazie ad un accordo con l’associazione “Le Colonne” la struttura è resa fruibile attraverso la realizzazione di tour guidati.
Il tour nella città di Brindisi proposto dall’associazione The Monuments People si arricchisce con la possibilità di poter fruire di importanti testimonianze storiche monumentali come il Castello Alfonsino.
Fabiana Ribezzi
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